giovedì 19 gennaio 2017


Erano i primi mesi del 2008 quando, con Luciano, ricevemmo l’incarico dalla Gran Sasso Teramano (una società partecipata dalla Regione Abruzzo e dalle Provincie di Teramo, l’Aquila, Chieti e Pescara) di supervisionare le riprese e la produzione di un documentario sul massiccio abruzzese.

I filmati avrebbero interessato centri e comuni dei diversi versanti della montagna per illustrarne gli aspetti territoriali, artistici, storici e antropologici. Un progetto che trovammo subito entusiasmante, già dal titolo: GRAN SASSO. LA MONTAGNA CHE UNISCE. Unita e coesa fu anche la squadra che insieme con noi trasformò quel progetto in un film. Anzitutto Stefano Ardito, regista dell’opera: giornalista, scalatore e profondo conoscitore delle montagne, dagli Appennini alle Ande, dalle Alpi alla grande catena Himalayana, frequentatore assiduo del Gran Sasso e ormai abruzzese d’adozione. E con lui Mario Tozzi, volto noto della tv, incaricato di svelare, in qualità di geologo del Cnr, i segreti di una terra “che non è mai ferma”, che si muove ormai da millenni e che continuerà a farlo per chissà quanti altri millenni ancora. E poi tutti i componenti della piccola troupe, alcuni dei quali capaci di inerpicarsi fino in vetta per regalarci inquadrature emozionanti per luce e bellezza.

Tra i centri da visitare non poteva mancare la città di Castelli, nota a livello internazionale per la Scuola d’arte della ceramica, che forma ogni anno una quarantina di giovani artisti provenienti da tante parti del mondo. Fu una giornata intensa e interessante per la qualità delle opere che ci fu consentito di riprendere e per la passione del direttore e dei responsabili della Scuola, che ci raccontarono le difficoltà e le soddisfazioni della loro attività formativa. La sera eravamo molto stanchi e non vedevamo l’ora di raggiungere l’albergo che ci era stato riservato. Una struttura nuova di zecca, appena inaugurata, una vera perla. Era l’Hotel Resort Rigopiano, alle pendici pescaresi del Gran Sasso, vicino Farindola. Camere confortevoli, buona cucina, ambienti accoglienti e personale ospitale. Dalle piscine termali, attraverso una vetrata che correva lungo un’intera parete, si poteva ammirare il suggestivo paesaggio circostante. Tutti restammo colpiti dalla bellezza di quella struttura e ognuno sostenne che prima o poi ci sarebbe tornato perché lì si stava veramente bene.

Oltre al Promo del documentario che vi mostriamo, queste sono alcune foto di quel giorno, seguite da altre scattate la scorsa estate, in quella settimana che Rita e io abbiamo trascorso in Abruzzo, mantenendo l’hotel Rigopiano come punto base per le nostre escursioni quotidiane.
Quelle di oggi, purtroppo, le trovate in rete, sui giornali o nei servizi dei TG.

Il nostro pensiero va alle persone che lavorano lì e a quelle che avevano scelto in questi giorni di trascorrervi una vacanza.

Angelo